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Un’analisi sulla situazione attuale

Novembre 2020


La complessa e mutevole situazione economica globale è allo stesso tempo preoccupante e stimolante. Alcuni meccanismi che si muovevano lentamente da anni hanno subito una forte accelerazione a causa della pandemia. Rispondo volentieri ad alcune domande che mi sono state rivolte in proposito nelle settimane precedenti.

Come valuta la situazione economica italiana nello specifico e mondiale alla luce dell’emergenza covid?

La situazione italiana è difficile così come quella a livello globale. Solo la Cina sta correndo approfittando del “fattore virus”. Non ho dubbi sull’origine naturale del covid, ma sicuramente la Cina è stata capace di organizzarsi e sfruttare la situazione di blocco mondiale a proprio vantaggio. Ci vorrà ancora un anno prima che l’economia si riprenda per essere poi nuovamente sconvolta dai fenomeni che già prima del virus erano in atto. Cambierà sia il quadro economico che lo stile di vita delle persone. Internet, per esempio, ha modificato la nostra vita e ha portato delle accelerazioni sia nel mondo imprenditoriale che nei normali costumi dei cittadini.  Nel mondo imprenditoriale, infatti, le aziende che una volta passavano di padre in figlio e avevano una durata media di tre generazioni, oggi mediamente nascono e muoiono in tempi brevissimi. Internet ha influenzato in questo senso vari settori come, ad esempio, quello della moda dove i marchi hanno spesso breve durata. Gli scenari economici aperti sono tanti e l’analisi non è semplice.

Pensa che i fondi stanziati dall’Europa potranno innescare un processo di rinnovamento generale?

I fondi arriveranno, ma bisogna capire se arriveranno in tempo per essere efficaci per le aziende. L’errore politico di base è stato quello di aiutare soprattutto le persone e meno le aziende. Sono infatti le aziende a muovere l’economia e dovrebbero essere le principali beneficiarie dei fondi. La mancanza di certezze e di lavoro, potrebbe poi innescare uno scenario caratterizzato da pericolose rivolte sociali. Tuttavia non ritengo che l’Italia sia particolarmente a rischio in questo senso, sia per la situazione generale, sia per il carattere e per il costume degli Italiani. Riflettendo, i grandi processi di cambiamento maturano in genere, a partire da sconvolgimenti economici: le rivoluzioni francese e russa, pur avendo forti implicazioni ideologiche, sono nate sostanzialmente dopo molti anni di carestia che avevano provocato forti tensioni sociali. Proprio per questo penso che i fondi europei andrebbero maggiormente utilizzati per mantenere solido il tessuto industriale e di conseguenza il lavoro.

Quali strategie mettere in atto per sopravvivere alla crisi?

La pianificazione delle chiusure anti contagio avrebbe dovuto tenere in maggiore considerazione l’industria. Mentre era auspicabile una chiusura dei bar (ritengo invece i ristoranti e i negozi più sicuri) a partire dalle 15:00, si potevano tenere aperte le industrie (anche durante la prima ondata) e chiudere le mense e gli spogliatoi: unici veri luoghi comuni di possibile trasmissione del virus. Inoltre si poteva agire maggiormente sui trasporti utilizzando i bus turistici per evitare assembramenti. I nostri padri andavano al lavoro in tuta e mangiavano con i cestini portati da casa, si tratterebbe sicuramente di un sacrificio, ma ben poca cosa per tutelare la salute pubblica. Un’altra iniziativa da mettere subito in campo sarebbe stata la chiusura delle scuole dalle superiori. Tutto questo, assieme all’uso delle mascherine, avrebbe tutelato la salute pubblica e non avrebbe rallentato l’economia in modo significativo. Nell’immediato si dovrebbero utilizzare i covid hotel e in queste strutture, o quando possibile a casa, procedere con cure immediate evitando così l’intasamento delle strutture ospedaliere.

I cambiamenti imposti da questa pandemia faranno nascere nuove professionalità e un nuovo stile di vita o torneremo a quella che per noi era la normalità?

Le abitudini stanno senza dubbio cambiando, e probabilmente dopo la crisi si saranno consolidate al punto da non potere più tornare indietro. Al momento, poi, stanno soffrendo molte città, soprattutto le città d’arte che devono al traffico turistico gran parte dei loro introiti economici. Tra queste escluderei Milano in quanto vero e proprio motore dell’economia italiana. Ritengo infatti che Milano possa riprendersi del tutto a epidemia terminata.

Internet e televisione sono i nuovi luoghi per fare acquisti?

Sì, questa tendenza era già molto forte per la fascia di età dai 15 ai 30 anni, mentre si aveva una maggiore resistenza nella fascia di età dai 55 anni in su. La pandemia sta spostando gli acquisti verso questi canali e ciò porterà alla nascita di nuove società, soprattutto se saranno in grado di garantire la sicurezza nelle transazioni e la qualità del prodotto, facendo quindi cadere le ultime resistenze e la diffidenza verso questi nuovi canali di vendita. La garanzia della consegna sarà l’elemento fondamentale. A fianco dei colossi come Amazon dovranno sorgere nuove piattaforme, legate al made in Italy, capaci di promuovere la parte più nascosta di piccole e medie aziende d’eccellenza (vero tessuto portante del Paese), che sono oggi ancora poco conosciute. Ci sono già dei progetti in corso e c’è spazio in Italia sia per una crescita del mercato on line, che di quello televisivo delle cosiddette televendite. Queste però dovranno evolversi puntando su prodotti affidabili e di qualità. La tendenza all’acquisto su internet o attraverso il mezzo televisivo, difficilmente avrà un’inversione di tendenza, sono quindi possibili crisi nella grande distribuzione, a meno che la GDO non sia in grado di adattarsi in tempi brevi ai nuovi mercati.

Quali altri progetti per il prossimo futuro?

Proprio in questo senso sta nascendo il progetto per una nuova piattaforma che si chiamerà Med-Ita e che sarà una grande vetrina dei prodotto Made in Italy. Si tratta di un progetto ambizioso e differente alle piattaforme già in essere. Accanto alla proposta concreta dei prodotti, infatti, ne saranno descritte la collocazione territoriale, la cultura e la tradizione, oltre che la storia dell’azienda produttrice. Sarà anche sviluppata una app che darà consigli sull’utilizzo dei vari prodotti proposti e darà modo di interpellare un vero e proprio consulente virtuale che sarà in grado di valutare e descrivere i prodotti offerti con recensioni e consigli sull’utilizzo. Med-Ita darà al consumatore la garanzia sulla qualità del prodotto, sulla consegna, valorizzando le aziende del Made in Italy e accompagnandole verso un mercato nel quale normalmente non avrebbero la possibilità di posizionare i propri prodotti.   


Andrea Mastagni Chief Restructuring Officer (C.R.O). Ristruttutatore di aziende in crisi, esperto di turnaround industriali e strategie aziendali.

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