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Intervista a Andrea Mastagni

Gennaio 2021

 


Abbiamo intervistato il Dottor Andrea Mastagni, esperto in crisi e ristrutturazioni aziendali, nell’ambito dell’attuale paventata crisi economica, per conoscere la sua opinione circa le misure da prendere per supportare le imprese e l’economia e sostenere i consumi.  

 

Quali strumenti possono essere utilizzati per aiutare le imprese?

Troppo complicato e lungo, il processo di istruttoria delle banche rischia di ingolfare il sistema e allunga i tempi di accesso ai finanziamenti. Le società non hanno liquidità per ripartire.
Per le SPA e anche le SRL dovrebbero essere emessi bond o strumenti finanziari controgarantiti dallo Stato, sarebbe sufficiente anche solo al 60%. Per piccoli importi, questi strumenti dovrebbero essere anticipati da un piano industriale certificato da un professionista iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti. Per importi superiori il piano industriale dovrebbe essere certificato da società di revisione con dichiarazione del Sindaco Unico e del Collegio Sindacale. Tutto ciò garantirebbe un metodo più snello, in quanto detta documentazione è sempre a disposizione in questi casi, e permetterebbe alla società di andare a reperire fondi sul libero mercato.

E come potranno regolarsi le piccole società?

Tutte le società strutturate hanno questi strumenti già attivi.
Per le piccole società va bene utilizzare il modello di istruttoria bancaria: per tutte un finanziamento massimo del 25% del fatturato dell’anno precedente.
Sarebbe inoltre indispensabile una riforma fiscale con flat tax al 22% per tutti.
Nei finanziamenti alle Società, lo Stato dovrebbe dare un contributo del 20% a fondo perduto all’interno del finanziamento stesso.

Come fare per reperire i fondi necessari alle imprese e alla ripartenza dell’economia?

Dovrebbero essere valorizzati i beni immobili dello Stato (Stato, Regioni, Province) che sono tutti beni del Popolo Italiano, di cui i politici e tecnici sono meri gestori fiduciari col potere, eventualmente, di alienarli o affittarli per fare cassa.
Tutti i beni immobiliari dovrebbero confluire in un’unica società statale per poter essere valorizzati.
Dovrebbe essere dato mandato a una società internazionale di Reale Estate di sviluppare e promuovere al massimo tali beni.
Per la valorizzazione degli stessi, una volta approvata da voto parlamentare, dovrebbero iniziare le procedure che non dovrebbero essere in alcun modo fermate né dalla Magistratura, né da altri tipi di ricorso in quanto operazioni di interesse nazionale (lo Stato concede questi beni in uso a privati tramite asta internazionale). Infine, dovrebbe essere assicurata e garantita l’esecuzione completa del progetto della società che acquisisce la proprietà o l’uso dei beni in questione.

La società statale proprietaria del patrimonio immobiliare potrebbe emettere bond a garanzia del debito nazionale, oppure mettere i beni immobili sul mercato. Inoltre, dovrebbero essere portate a compimento tutte le opere pubbliche, iniziate e mai terminate, utilizzando i bond sopra descritti. 
Cosa molto importante, andrebbero costruiti e terminati i termovalorizzatori senza che i lavori possano essere fermati per nessun motivo (eventuali indagini per irregolarità dovrebbero seguire una strada parallela).
Dovrebbero poi essere messe in funzione, allineandoci agli altri Paesi europei, le centrali nucleari costruite e ferme ormai da anni, o interrotte nella costruzione ex novo.

Quali proposte per il futuro dell’Europa?

Olanda e Lussemburgo non dovranno più essere paradisi fiscali e l’Italia dovrà inserirli in una black list.

O si ripensa all’Europa come Stati Federali (un unico esercito, Parlamento centrale decisionista, politiche estere comuni, aiuti agli stati più deboli) modello USA, oppure è meglio tornare al Mercato Comune Europeo, dove ogni stato componente agisce per sé nell’ambito della confederazione di Stati.

Come possono riprendere i consumi?

Nelle grandi crisi economiche mondiali, il malcontento può sfociare in totalitarismi e sommosse popolari perché diminuisce il lavoro e conseguentemente aumentano la fame e la criminalità.
Per evitare questo, occorre avere il coraggio di non fermare l’economia, ma di incentivarla e incoraggiare i consumi mantenendo alta l’occupazione, evitando assistenzialismo che creerebbe aumento del debito pubblico.
L’Italia è un Paese che ha molto risparmio privato, bisogna quindi incentivare i consumi anche perché, nel caso di grande recessione, tutto il risparmio si annullerebbe con un’enorme svalutazione.
Per incentivare i consumi occorrono iniziative coraggiose e non assistenzialistiche ed è necessario partire da un condono fiscale in quanto solo così una gran parte dei cittadini immetterebbe risorse sui mercati.

Come agire su dipendenti e pensionati?

Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti e i pensionati, occorre mettere un bonus del 10% di IVA su qualunque spesa effettuata, dal caffè all’affitto, dal parrucchiere al supermercato, etc., con un tetto annuo di spesa di 30.000 euro, si deve poter detrarre ogni spesa effettuata tranne quelle del gioco e delle sigarette.
Ovviamente il pagamento deve avvenire con carta di credito, bancomat, o bonifico bancario, in quanto questi metodi fungono da fattura o dichiarazione.
Il bonus del 10% verrebbe detratto fiscalmente allegando estratto conto per i lavoratori dipendenti e verrebbe riconosciuto dall’azienda detraendolo dai contributi, creando un sistema che farebbe emergere i pagamenti in nero.
Tale bonus verrebbe riconosciuto a tutti, pensionati compresi. 


Andrea Mastagni Chief Restructuring Officer (C.R.O). Ristruttutatore di aziende in crisi, esperto di turnaround industriali e strategie aziendali.

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